Marco Melandri: “E-Enduro: tecnica, adrenalina e divertimento”

Giovanni Zamagni
Dopo aver lasciato il mondiale SBK, Marco correrà quest’anno il campionato MTB E-Enduro con una Thok MIG, la bici ideata da Livio Suppo e Stefano Migliorini. “L’obiettivo è solo divertirsi: mi sto allenando, ma ho tanto da imparare”
9 gennaio 2020

Dal mondiale SBK a quello di E-Enduro: Marco Melandri ha scelto la MTB elettrica e le gare di E-Enduro per non annoiarsi dopo aver deciso di ritirarsi dalle competizioni motociclistiche. Il 37 anni di Ravenna, campione del mondo con l’Aprilia 250 nel 2002, 22 GP conquistati nel motomondiale (tra 125, 250 e MotoGP), 22 gare (curiosamente) vinte anche in SBK, da qualche mese si è trasferito in Trentino, a Pinzolo, dove vive con la compagna Manuela e la figlia Martina. “E’ tutta un’altra vita, ho ritrovato serenità” racconta Marco. Naturalmente si sta allenando in bicicletta, perché non ha nessuna intenzione di fare brutta figura.

“E’ nato tutto per caso - racconta -. Quando mi sono trasferito in Trentino ho iniziato ad allenarmi in MTB, ma qui devi fare almeno 1.000 metri di dislivello. Tanti, troppi anche se sei allenato: così ho deciso di provare l’elettrica. Non solo mi sono divertito tantissimo, ma ho scoperto anche che ti allena meglio, perché non ti sfinisce. Ho cominciato ad andarci sempre di più e ho partecipato alla prima gara di MTB elettriche organizzata da queste parti. Poi ho scoperto l’enduro, attratto da discese impegnative e affascinanti: mi è piaciuto un sacco”.

Quindi hai deciso di iscriverti al campionato...
“Sì, mi attira l’idea di andare alle gare (cinque in totale, NDA) con il camper e la famiglia, in posti belli. Lo scopo è soprattutto divertirsi”.

Ma uno sportivo come te, di altissimo livello, può partecipare a una competizione solo per “divertirsi”?
“E’ chiaro che quando sei lì cerchi di misurarti con te stesso, ma anche se mi alleno due volte alla settimana, non posso avere la stessa tecnica di quelli che lo fanno da sempre”.
 

Quindi è una disciplina molto tecnica?
“Lo è, eccome. Mi alleno anche con piloti che fanno il mondiale enduro di moto, ma non c’entra nulla. Io cerco di imparare come scendere il più velocemente possibile in sicurezza, ma non ho grandi obiettivi di classifica”.

Hai scelto la Thok: perché?
“Conosco da tempo Livio Suppo (i due hanno lavorato insieme in 125 e in MotoGP, NDA) e conosco molto bene anche Stefano Migliorini da quando correvo nelle BMX (Stefano è stato campione del mondo della specialità, mentre Marco, da piccolo, ha iniziato proprio con le biciclette, per poi passare a circa 8 anni alle moto, NDA). E poi la Thok (leggi la nostra prova) è una gran bici…”.