Il trasporto pubblico del futuro? Sempre meno tradizionale e sempre più integrato

Il trasporto pubblico del futuro? Sempre meno tradizionale e sempre più integrato
Marco Berti Quattrini
Viaggiare con i mezzi pubblici sarà sempre più diverso. Parola del presidente ATM, Luca Bianchi, che ci racconta il passaggio all'elettrico e l'integrazione integrano in una rete differenziata
3 dicembre 2019

Il futuro della mobilità passa imprescindibilmente attraverso il trasporto pubblico. Come ci insegna anche lo sharing, la proprietà del mezzo di trasporto sta diventando una necesità secondaria rispetto alla disponibilità e alla flessibilità.

In un panorama che si evolve e diventa più complesso e liquido, anche il trasporto pubblico si evolve e cambia. Luca Bianchi, Presidente di ATM (società per azioni di proprietà del Comune di Milano che amministra e gestisce il trasporto pubblico) ci spiega quali sono gli obiettivi e le sfide dei prossimi anni.

La mobilità urbana sta diventando sempre più complessa e con sempre un maggior numero di attori. Come cambia per il trasporto pubblico?
Uno dei leitmotiv del nostro operare è proprio la mobilità integrata e intermodale. Due parole che devono necessariamente andare avanti insieme, perché una mobilità intermodale ma non integrata diventa goffa e inefficiente. Sono due punti molto importanti della nostra strategia: infatti ATM già gestisce il trasporto pubblico (bus, tram, filobus e metro) e anche parcheggi, Area B e Area C; gestisce il bike sharing (BikeMi) e potrei continuare... ATM, in poche parole, offre alla città e al cittadinio, con lo stesso abbonamento, tutti i servizi e con l'App riesce a integrarli e pianificare un viaggio.

Parlando di integrazione, pensa che in futuro questo riguardi anche aziende diverse? 
Sì, ad esempio già da oggi nella nostra App si può verificare la disponibilità di auto del car sharing di due aziende, ed è possibile accedere alle informazioni sulla macchina e sul livello di rifornimento.

Come immaginate da qui a 10 anni il futuro della mobilità urbana? E soprattutto il vostro futur, con il progetto di arrivare al 2030 al 100% green?

Sì, l'obiettivo 2030 è già oggi. Infatti abbiamo già 30 autobus elettrici, e abbiamo già aggiudicato la gara per ulteriori 250 e 80 nuovi tram bidirezionali. Già oggi quindi stanno partendo nuovi progetti per i depositi, e stiamo ridisegnando tutto l'esercizio. Questo passaggio al 100% elettrico comporterà una serie di rivolgimenti dal punto di vista operativo. L'obiettivo è quello di levare gli ostacoli per passare da una modalità all'altra e per rendere l'esperienza di mobilità un'esperienza seamless (senza soluzione di continuità, ndr).

Come possono le amministrazioni e i governi frenare o favorire questo cambiamento?
E' assolutamente fondamentale. Il nostro è un servizio pubblico, e di conseguenza l'impostazione normativa e regolamentare sono essenziali. Quello che vediamo negli ultimi anni è un'evoluzione molto importante del Governo verso una pianificazione più di lungo termine, che è quello di cui ha bisogno l'industria, perché riguarda grosse infrastrutture che richiedono un innesto nel tessuto urbano e suburbano, e di conseguenza ci deve essere una visione pianificatoria di largo respiro. Questo è essenziale, ma significa passare oltre i tempi della politica: vuol dire avere delle visioni di lungo termine i cui frutti o le cui realizzazioni saranno normalmente eseguite o innestate da amministrazioni successive. Questo è un po' il segreto di Milano, dove ci si passa il testimone da un'Amministrazione all'altra senza guardare il colore politico, ma solo ai progetti.

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